martedì 8 ottobre 2013

QUANDO LA MORTE NON CONTA PERCHE' NON "FA NOTIZIA"

Una riflessione su quanto accaduto a Lampedusa, di Cristiana Alicata (qui qualche info ) .

QUANDO LA MORTE NON CONTA PERCHE' NON "FA NOTIZIA"


"Sto pensando al perché questi 300 morti somali ed eritrei ed etiopi non fanno lo stesso effetto di 300 morti italiani o francesi o tedeschi (non lo fanno credetemi: ora fate l’esercizio di contare per quanto tempo questa notizia resterà in prima pagina, se reggerà fino a domani sera).
Sapete perché? Perché non ci sono  parenti da invitare in tv, interviste da fare al parroco del Paese, alla maestra di scuola, al vicino di casa, alla moglie vedova, al padre distrutto. Non fanno spettacolo se non fosse per essere allineati per mezza giornata sulla banchina di un piccolo porto del mediterraneo che dovrebbe essere porto d’Europa e invece è il porto di una piccola comunità di mare solo per caso italiana. Solo mezzagiornata, prima della putrefazione.
Non è una morte televisiva, non c’è alcun racconto da ricostruire in plastica in prima serata.
Per quei pochi che conoscono cosa passa un eritreo in Eritrea e cosa attraversa prima di arrivare al mare e cosa accade all’imbarco e cosa accade in mare e cosa accade in vista sulla costa, non c’è reality show che possa competere con un’avventura così, di cui noi vediamo solo l’ultimo istante. Io l’ho sentito l’odore di quel viaggio, è un odore che non ha niente a che vedere con la sporcizia, sa solo di piscio e terrore e adrenalina.
Vediamo solo l’ultimo istante: l’arrivo. Vivi o morti. Spesso morti. Spesso vivi e da rispedire a casa dopo tutto quel viaggio. E’ che non lo vediamo. E se non lo vediamo non esiste. E basta, 300 morti eritrei non valgono 300 morti televisivi."

domenica 1 settembre 2013

TU, CHE DICI DI NON ESSERE RAZZISTA

Tu, che dici di non essere razzista...
Tu, che se hai un malore ti fai curare anche da un medico nero...
Tu, che sali su un autobus guidato da un autista nero...
Tu, che parli una lingua multietnica, con parole arabe, latine, francesi e inglesi, e non lo sai...
Tu, che esulti per un goal di Balotelli o El Shaarawy...
Tu, che non sai che ormai il cognome del sciur Brambilla è stato superato dal cognome Zhou...
Tu, che compri dai Vu' cumprà sulla spiaggia...
Tu, che assumi come donna delle pulizie o badante una extracomunitaria...
Tu, che hai paura che ti rubino il lavoro, ma spesso fanno lavori che tu nemmeno ti sogni di fare...
Tu, che hai avuto nonni o bis-nonni immigrati in America...
Tu, che non conosci M. L. King e N. Mandela...
Tu, che giudichi per il colore della pelle e non per la personalità...
Tu, che non sai che un giorno tuo figlio andrà a studiare/lavorare in un altro paese...
Tu, che fai di tutta un'erba un fascio...
Tu, che vuoi il crocifisso a scuola, ma non sai neanche che significato ha e cosa rappresenta...
Tu, che ascolti musica di cantanti di colore...
Tu, che mangi il kebab e non sai che è un piatto medio-orientale...

Tu, sappi che come diceva W. Faulkner (Premio nobel per la Letteratura nel 1949) "Vivere nel mondo di oggi ed essere contro l'uguaglianza per motivi di razza o di colore è come vivere in Alaska ed essere contro la neve."  



sabato 10 agosto 2013

PIAZZALE LORETO, 10 agosto

Il 10 agosto 1944 vennero uccisi 15 partigiani dai nazisti in risposta, si dice, a un attentato a un camion nazista avvenuto l'8 agosto in cui non morì alcuno.
I morti, uccisi in piazzale Loreto a Milano, rimasero esposti per un'intera giornata, sotto il sole, ricoperti di mosche...
Della guerra, soprattutto di questa seconda, non dobbiamo ricordare solo gli eventi più importanti, ma anche queste singole fucilazioni di persone che sono morte per la loro e per la nostra libertà.
E noi adesso sappiamo cos'è la libertà? Siamo liberi? Combattiamo per essere liberi?
Qualcuno diceva: "Meglio morire combattendo per la libertà, che vivere da schiavi". Ecco forse ricordando quei 15 partigiano dovremmo fare nostra questa frase, che non per forza deve portarci a morire, ma almeno a combattere!!

venerdì 2 agosto 2013

RICORDANDO IL 2 AGOSTO 1980

Oltre a parlare di quel condannato oggi dovremmo tutti noi italiani, e non solo, ricordare una delle stragi terroristiche più importanti del nostro Paese: lo scoppio di un ordigno alle 10.25 del 2 agosto 1980 presso la stazione di Bologna.
L'esplosione causò la morte di 85 persone ed il ferimento di oltre 200 persone.

Questo disastro segnò l'affermarsi del terrorismo nero, che insieme anche a quello rosso, hanno creato terrore e paura nel nostro Paese, destabilizzando la società, chi con rapimenti e uccisioni di singoli, chi con uccisioni di massa. 

Proprio in questo anniversario dobbiamo ricordare quegli anni, quelle stragi, ma soprattutto dobbiamo ricordare il coraggio di cittadini comuni, magistrati, giornalisti, giudici e politici, rimasti vittime, che nonostante il clima di terrore hanno continuato a lavorare per il proprio paese. 


martedì 9 luglio 2013

I have a dream: MATTEO DEBORA E PIPPO

Dopo un po' di stop causa maturità torno a scrivere qui, riportando un articolo sul futuro del Pd preso da questo sito

"I have a dream. 
Che Matteo, Pippo e Debora mettano da parte le loro rivalità e uniscano le loro intelligenze e la loro passione per rifondare il Partito Democratico. Perché il momento è giunto. Perché noi democratici liberi ce lo aspettiamo. Perché le vecchi mummie continueranno ad inciuciare ed inventarsi trucchetti finché non li cacceremo, con la forza delle nostre idee, dal nostro partito. "
Agatino Grillo, elettore Pd di Roma.

martedì 14 maggio 2013

IL RINNOVAMENTO DELLA POLITICA INIZIA DAI GIOVANI

Parlare di politica in questo periodo storico, in questo momento è abbastanza difficile per chi non ha ben chiaro il significato del termine. Politica non è un lavoro, non è una comodità, non è un arricchimento con i soldi degli altri; politica, per come la vedo e la vivo io, è servizio, è bene comune, è gratuità e umiltà. Politica è l'arte di conseguire decisioni in pubblico, trasparenti, per il bene della comunità e non del singolo, che poi diventano condizione necessaria per una convivenza civile.
Purtroppo, però, non sempre viene vissuta in questo modo, anzi fin troppo spesso manca anche di rinnovamento a tal punto che il fulcro di essa è la gerontocrazia. Questo non vuol dire che tutti i "vecchi" non devono più impegnarsi in politica e che bisogna dare spazio solamente ai giovani, assolutamente, sarebbe sbagliatissimo.
Il rinnovamento si attua con un parallelo e una collaborazione tra la saggezza e l'esperienza dei più anziani, e le nuove idee, le criticità e l'entusiasmo dei più giovani. I giovani sono la nuova legna che permette al fuoco di continuare a ardere, insieme a quella che già brucia. 
Come spiega Papa Giovanni Paolo II, i giovani contestano e criticano spesso i valori tradizionali, non a priori, ma per "mettere alla prova nella propria vita e rendere quei valori più vivi, attuali e personali."
Il fine ultimo di queste disamine è quello di creare un "mutamento delle strutture politiche ed un rispettoso distacco". Queste parole sembrano attuali, ma invece risalgono a quarantaquattro anni fa e furono pronunciate da Aldo Moro in un congresso nazionale della DC.
Questo denota quanto sia sempre stato un punto fondamentale il rinnovamento, ma troppo spesso questa richiesta è rimasta nelle parole e non è entrata nei fatti. 
I giovani, però, non sono solo un mezzo, ma devono essere anche un fine, cioè le istituzioni, i politici devono cercare di dare apporto "alle grandi masse di giovani" per superare le difficoltà in cui si dibattono. Questo era uno degli obiettivi che si prefiggeva il leader del PCI Togliatti, per esempio.
Tutto questo non vuol dire che i giovani sono l'unico problema, ma sicuramente sono una delle migliori risorse che deve essere sfruttata.
Sia la richiesta di innovazione che le politiche per i giovani sono accompagnati da una richiesta di partecipazione, che tralasci il passato, e si proietti con convinzione verso il futuro, come sottolineava sempre Moro.
Questa partecipazione deve essere attiva e collettiva, ma soprattutto ciascun giovane deve portare il suo contributo per il rinnovamento e non solo, giusto o sbagliato che sia, perché come diceva Don Milani "Cosa serve avere le mani pulite se si tengono in tasca".

lunedì 13 maggio 2013

QUANTO RAZZISMO...

Quanto razzismo, quanti razzisti, quanto odio per chi è di un altro paese. 
Qui da noi, in Italia, ci sono tantissime persone che hanno paura, che disprezzano chi non è italiano, e la dimostrazione sono le reazioni al gesto, gravissimo, compiuto da quell'uomo che ha aggredito 7 persone, ammazzandone una, a Milano. Quest'uomo va condannato, non perché di colore, non perché ghanese, non perché africano, ma perché ha ammazzato, perché è un folle, perché non ha rispettato la legge
Che tristezza le parole di Salvini, esponente politico, che commenta così: " I clandestini della Kyenge ammazzano la gente a picconate. Chi dice che il reato di clandestinità non esiste spinge alla violenza". Come se non ci fossero italiani che ammazzano, come se gli unici criminali fossero gli stranieri: non è che se un italiano ruba, tutti gli italiani sono dei ladri, se un africano ammazza, tutti gli africani sono assassini, non facciamo sempre di tutta un'erba un fascio!
Quando qualcuno disprezza uno straniero, provi a pensare se venisse lui insultato, disprezzato, isolato in un altro paese, provi a fare lui i lavori che molti stranieri fanno nel nostro paese, per esempio...
Qualcuno dice: "sono loro(gli stranieri) che rovinano il nostro paese", ma chi rovina il nostro paese sono quelle persone che rubano, indipendentemente dalla nazionalità, sono gli evasori che non pagano le tasse, sono quei dipendenti pubblici che anziché lavorare, vanno a fare la spesa, sono quei finti ciechi che prendono la pensione di invalidità (ci sarebbero molti altri esempi, ma mi fermo qua), come se tutte queste persone fossero solo stranieri:  di certo l'integrazione, l'ampliamento di una comunità, la condivisione di culture e tradizioni diverse non rovinano un bel niente.

martedì 7 maggio 2013

"Caro Pd ti scrivo..."

Riporto qui la lettera di un giovane del Partito Democratico, Mattia Peradotto (Qui qualche sua info) che scrive al nostro partito, con il buon auspicio, dopo una serie di considerazioni, purtroppo vere, di poter "far nascere il Pd"!


Caro Pd ti scrivo, così mi distraggo un po’.
Il Pd è nato in queste primarie 2012, dicevamo in tanti; convinti, anzi speranzosi, che quel bagno di gente, quel vento di confronto, di cambiamento e di entusiasmo avesse investito, travolto, un partito per troppo tempo bloccato, pauroso, immobile nella sua difesa della posizione. Gli equilibri interni sempre da rispettare, le 12, 13, 15 correnti da sistemare. Sembrava in quei giorni di novembre che avessimo superato quella logica degli ex, quello sguardo tutto rivolto al passato, che ci aveva fatto cadere spesso e male, perché se non guardi avanti come puoi pretendere di trovare la strada da seguire? Come puoi pretendere di guidare se procedi a tentoni, “obtorto collo”, cercando la via più facile, la più comoda, quella che mette meno in discussione quello che eri e che non tocca minimamente quello che sarai?
Noi credevamo di aver spazzato via in un colpo solo i piccoli potentati interni, i capibastone, i controllori di tessere. Noi credevamo che parlare di pacchetti di voti fosse roba da Cirino Pomicino, sconfitta dal tempo e dalla voglia di cambiare di un partito rimasto bambino troppo a lungo. Siamo stati naive, forse ci siamo voluti illudere che un “tutto e subito” fosse possibile, che fossimo entrati grazie a quel progetto politico avanguardista, pur con tutti i suoi difetti, in una democrazia matura. Le primeavvisaglie degli errori, dell’ingenuità che ci aveva tappato gli occhi le abbiamo vissute nella campagna elettorale. Quella risacca programmatica e politica che mirava a far rientrare l’onda di cambiamento nei confini conosciuti (per dirla alla Blair “una sinistra familiare, una sinistra di difesa dello status quo”), che però non si accorgeva come quella ritirata nel porto sicuro fosse in realtà un errore fatale, perché nel conservatorismo l’elettore si affiderà sempre alla destra, a quell’idea di argine sociale contro tutto ciò che ci può spaventare nel mondo, ma che ci fa anche crescere.
Le avevamo viste le prime avvisaglie ma eravamo troppo concentrati sull’obiettivo, eravamo troppo fiduciosi che il Pd fosse nato davvero, unito da una competizione al rialzo tra un’area liberale e un’area socialdemocratica, un confronto da cui nascono progetti e visioni, perché fondato sulle idee. Eravamo convinti che davvero il contributo di tutti poteva, anzi doveva, contare; le migliori esperienze locali valorizzate come in un vero partito federale, la discussione che divide ma accresce. E invece siamo andati incontro ancora una volta ad aspirazioni frustrate, a unaccentramento totale di linee politiche e di scelte. Dopo l’ubriacatura pop siamo tornati alle torri di avorio, ai caminetti dove i veri protagonisti di tutto quello che pensavamo di aver travolto e superato hanno deciso per noi e su di noi.
Sono riemerse con prepotenza le correnti personali: i vari franceschiniani, lettiani, fioroniani, bassoliniani addirittura. Siamo ricaduti nella logica della lottizzazione, della spartizione anche nella partita del Presidente della Repubblica. E ci siamo svegliati con un partito mai nato, con l’urlo di gioia strozzato in gola. Ecco perché ti scrivo, caro Pd, perché sono “young and naive still” e penso che non tutto sia perduto, penso che la torre d’avorio sia scossa sempre più da fremiti e fermenti, che il tempo dell’autoreferenzialità è finito per sempre. Ti scrivo perché tanti “nativi democratici” ingrossano le tue fila sempre di più. E, paradossalmente, nel momento in cui più insistentemente si torna a parlare di ex, a fare l’albero politico-genealogico dei ministri del governo Letta, nel momento in cui i colpi che vengono assestati a questo “partito mai nato” dalla nomina dei sottosegretari sembrano più che letali, sempre più gente decide di impegnarsi.
A loro, a me, a tutti quelli che credono in questo progetto anche dopo anni di aspettative frustrate, di rospi ingioiati, di Miccichè e Biancofiore sottosegretari, dico che è il momento di farlo nascere. Con consapevolezza, ma senza lasciare indietro l’entusiasmo, vi dico che non c’è scorciatoia che possiamo imboccare: dobbiamo andare e prenderci questo partito, senza sconti. “The New Frontier of which I speak is not a set of promises, it is a set of challenges”.

lunedì 6 maggio 2013

COME VOLEVASI DIMOSTRARE

Come volevasi dimostrare: l'indennità di mandato dei parlamentari del Movimento 5 stelle sarà dimezzata da 10mila a 5mila euro lordi. Ma cosa fare di tutto il resto? Diaria, spese per collaboratori e attività politica, rimborsi per taxi e telefono. La maggioranza dei parlamentari del Movimento dice: tenerselo, rendicontare tutto e restituire l'eccedente solo su base volontaria.
Dal mio punto di vista giustamente perché la vita lavorativa ha delle spese, per le quali il parlamentare non deve rimetterci dei soldi, ma il problema è un altro. Il problema è che hanno portato avanti una richiesta di cambiamento, una richiesta di diminuzione delle spese parlamentari, di abbassamento dei costi della casta, e poi quando capiscono come gira la vita giù a Roma, ritirano tutto, tenendosi quello che avevano promesso di ridare?!
Tutto questo è puro populismo che non porta da nessuna parte, ma permette di avere alcuni voti in più a una tornata elettorale, che verranno persi a quella successiva!

mercoledì 1 maggio 2013

L'ITALIA E' UNA REPUBBLICA FONDATA SUL LAVORO

Art. 1. "L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro."

In questa festa nazionale, il mio pensiero va a chi il lavoro non lo ha, a chi lo ha appena perso, a chi lo sta cercando, a chi lavora oggi, e a chi, nonostante lo abbia, viene pagato miseramente, come, per esempio, le nostre Forze dell'ordine e a tal proposito riporto uno scritto della Deputata Ricchiuti: " Di loro i politici parlano solo quando succedono fatti eclatanti. Allora tutti a sperticarsi "bravi, bravissimi i nostri umili servitori dello Stato" etc etc. Poi passato qualche giorno tutto dimenticato. Le Forze dell'ordine hanno stipendi da fame, anzi, negli ultimi tre anni hanno avuto una decurtazione dello stipendio e nel 2014 ci sarà un ulteriore taglio. Non vengono pagati per tutte le ore straordinarie che fanno e lavorano spesso e volentieri per spirito di servizio. Gli ufficiali, magari con più di una laurea, prendono poco più di un medio impiegato. Lo stipendio da dirigente, quale dovrebbe almeno essere loro riconosciuto, non lo vedranno mai. Devono, per ragioni di servizio, cambiare sede periodicamente, con i disagi che possiamo immaginare per la famiglia. Questo per dire che sarebbe ora di fare qualcosa di concreto e di riconoscere loro il giusto. Altrimenti smettiamola con le dichiarazioni ipocrite a cui non crede più nessuno, nemmeno loro. Vediamo se questo nuovo governo dalle larghe intese se ne occuperà anche senza il morto o i feriti di turno. Almeno proviamoci."

Inoltre questa giornata dovrebbe farci riflettere su quali siano davvero i veri problemi del nostro Paese, e su quali, invece, ci stiamo soffermando troppo, anche a volte inutilmente. Per essere più chiaro mi riferisco alla formazione del Governo Letta, che nonostante tutti i problemi che possa avere, nonostante come sia nato (premetto che anche io non avrei mai voluto un Governo con B., ma essendo l'ultima spiaggia, come ho già scritto, metto da parte l'orgoglio, e come ha ricordato il Deputato Speranza citando don Milani: "A che serve avere le mani pulite se si tengono in tasca?!"), sta provando a dare una risposta ai tanti problemi, sta cercando di amministrare il nostro Paese. Lo farà bene o lo farà male, adesso non possiamo dirlo, aspettiamo di vedere i risultati.


Le "bagarre" di partito sono indispensabili e costruttive per la democrazia, sarebbe grave se non ci fossero (a proposito, in alcuni schieramenti non ci sono, e tutto sembra andare bene, ma succede così perchè c'è un uomo solo al comando), ma non devono andare a coprire e/o sostituire i problemi del paese. Sono un mezzo, non un fine. 


Vorrei chiudere con una frase di Franklin Roosevelt, o po' provocatoria, ma molto veritiera: 

"La vera libertà individuale non può esistere senza sicurezza economica ed indipendenza. La gente affamata e senza lavoro è la pasta di cui sono fatte le dittature."

domenica 28 aprile 2013

L'ULTIMA SPIAGGIA...E POTEVA ANDARCI MOLTO PEGGIO

Quello che non doveva succedere è successo: il governo con il Pdl si è dovuto fare perché questa era l'unica soluzione possibile. È inutile stare qui a raccontarcela su, dicendo che abbiamo fatto una campagna contro Berlusconi e adesso siamo con Berlusconi. Sì, sono pienamente d'accordo su questo, però la realtà è un'altra, non è andata come volevamo, non abbiamo vinto completamente le elezioni, e allora non possiamo fare quello che vogliamo, decidendo da soli. Dobbiamo tenere conto della forza politica che rappresenta un terzo degli italiani, così come Bersani ha provato anche con il 5 stelle, correndogli dietro anche ridicolizzandosi un po'. 

L'ultima spiaggia per il nostro Paese era un Governo con il Pdl e così è stato. Fortunatamente i giornalisti non ci hanno azzeccato, ancora una volta, poiché hanno sparato i nomi più improbabili, ma secondo il detto, chi entra Papa, esce cardinale quindi nessuno degli aderenti al "totoministro" è diventato ministro.

Adesso, per fortuna, dopo 60 dalle elezioni, abbiamo un governo, che è il meno peggio che poteva capitarci e, dal mio punto di vista il Presidente Letta ha fatto un buon lavoro, scegliendo dei ministri competenti, anche se aspetteremo il loro operato per verificate il loro lavoro. Inoltre sono nomi nuovi e che possono dare buone speranze, come il nuovo Ministro dell'integrazione, piuttosto che quello dell'istruzione, ma anche giovani e freschi come il ministro delle politiche agricole.

Se Letta non si fosse preso questa responsabilità, e il Pd non avesse messo da parte un po' di orgoglio, legittimo, oggi non avremmo un Governo e non sapremmo dare risposte al Paese, perché se da una parte c'è la politica e i partiti con i propri problemi, dall'altra ci sono italiani che non hanno un lavoro e imprese che non riescono a pagare i propri dipendenti, tanto per citare due esempi. E ripeto, l'unica soluzione era fare questo tipo di governo, dispiace anche a me, ma se non siamo stati capaci di cambiare le cose quando ne avevamo l'opportunità(alle elezioni, ma anche prima), non possiamo pretendere di cambiarle adesso. 

QUALCHE INFORMAZIONE IN PIÙ SUI NUOVI MINISTRI

Ecco qualche informazione in più sui ministri nominati dal Presidente Letta(Fonte:ilPost)

Enrico Letta

Presidente del Consiglio

Ha 46 anni, è il vice segretario del Partito Democratico, è reggente del partito dalle dimissioni di Pier Luigi Bersani. È stato ministro dei governi di centrosinistra guidati da Massimo D’Alema e Giuliano Amato, e poi sottosegretario del secondo governo Prodi. È diventato deputato per la prima volta nel 2001, eletto nelle liste della Margherita, e poi è stato parlamentare europeo nel 2004. È considerato un moderato di centrosinistra, con posizioni liberali. È nipote di Gianni Letta, storico collaboratore di Silvio Berlusconi. È il terzo presidente del Consiglio più giovane della storia della Repubblica italiana. Qui potete trovare una biografia più estesa.

Angelino Alfano

Interni e vicepresidente del Consiglio

Ha 42 anni, è segretario del Popolo della Libertà dal 1 luglio 2011. Laureato in Giurisprudenza, ha iniziato la sua carriera politica con la Democrazia Cristiana in Sicilia. Nel 1994 ha aderito a Forza Italia, nel 2001 è stato eletto per la prima volta alla Camera dei Deputati. È stato ministro della Giustizia del governo Berlusconi IV, a lungo lo stesso Berlusconi lo ha indicato come suo successore.

Enzo Moavero Milanesi

Affari europei

Ha 57 anni ed è stato ministro per gli Affari Europei del governo di Mario Monti. Esperto di antitrust, si è laureato in legge alla Sapienza nel 1977 e ha poi studiato a Yale, a Bruges e a Dallas. Ha fatto il consigliere dei governi Amato e Ciampi, ha lavorato a lungo nelle istituzioni europee, nel 2002 è stato nominato segretario generale aggiunto della Commissione Europea, nel 2006 è diventato giudice del Tribunale di primo grado della Corte di Giustizia dell’Unione Europea.

Graziano Delrio

Autonomie locali e regionali

Ha 52 anni, è sindaco di Reggio Emilia dal 2004 e presidente dell’ANCI dal 2011. Si è laureato in medicina e si è specializzato in endocrinologia, per poi perfezionare i suoi studi in Gran Bretagna ed Israele. Con l’associazione “Giorgio La Pira”, di cui è stato fondatore e presidente, ha promosso numerose iniziative culturali ed allacciato rapporti con alcuni paesi del Medio Oriente. All’interno del Partito Democratico è oggi considerato un “renziano”.

Dario Franceschini

Rapporti con il Parlamento

Ha 54 anni, è deputato per il Partito Democratico. Ha iniziato la sua attività politica a livello studentesco, quando nel 1974 ha fondato l’Associazione Studentesca Democratica di ispirazione cattolica e centrista. Si è iscritto alla Democrazia Cristiana dopo l’elezione di Benigno Zaccagnini e nel 1980 è diventato consigliere comunale a Ferrara. Tra il 1997 e il 1999 è stato vicesegretario nazionale del Partito Popolare, per poi diventare uno dei fondatori della Margherita. Nel 2007 è diventato vicesegretario nazionale del PD, diventandone segretario dal 21 febbraio al 25 ottobre 2009. È stato presidente del gruppo PD alla Camera dal 17 novembre 2009 al 19 marzo 2013.

Gaetano Quagliariello

Riforme costituzionali

53 anni, è professore ordinario di Storia dei partiti politici alla LUISS di Roma. È stato il vice capogruppo al Senato per il PdL nella scorsa legislatura. Ha iniziato la sua carriera politica con il Partito Radicale e nel 1994 è entrato in Forza Italia. È stato tra i principali difensori del disegno di legge Calabrò sul fine vita e tra i principali critici del caso di Eluana Englaro e nel 2011 è stato tra i firmatari della lettera aperta scritta ai cattolici italiani per sospendere ogni giudizio morale nei confronti di Silvio Berlusconi. Era stato incluso in uno dei due “gruppi di lavoro” istituiti da Giorgio Napolitano il 30 marzo scorso.

Emma Bonino

Affari Esteri

Ha 65 anni, è una delle figure politiche più importanti e influenti del radicalismo liberale italiano. È stata vicepresidente del Senato della Repubblica dal maggio 2008 al marzo 2013, ministro per il Commercio Internazionale e per le Politiche Europee del secondo governo Prodi. In passato ha ricoperto anche il ruolo di Commissario Europeo ed eurodeputata a Strasburgo. Nei giorni scorsi si era parlato molto di una sua candidatura per l’elezione del nuovo presidente della Repubblica.

Annamaria Cancellieri

Giustizia

Ha 68 anni, è stato ministro degli Interni del governo di Mario Monti. Si è laureata in Scienze politiche all’università di Roma e ha lavorato a lungo nella prefettura di Milano. Ha fatto il commissario straordinario del comune di Parma, nel 1994, e poi il prefetto di Vicenza, Bergamo, Brescia, Catania e Genova. È stata commissario prefettizio del comune di Bologna, in sostituzione del sindaco decaduto Flavio Delbono. Qui trovate una biografia più estesa.

Mario Mauro

Difesa

Ha 52 anni ed è attualmente capogruppo al Senato di Scelta Civica, dopo aver fatto parte, dal 1999, di Forza Italia prima e del PdL poi. Mauro, che fa parte di Comunione e Liberazione, è stato vice presidente del Parlamento europeo dal 2004 al 2009, dove era anche a capo della delegazione del PdL nel gruppo del Partito Popolare Europeo. Era stato incluso in uno dei due “gruppi di lavoro” istituiti da Giorgio Napolitano il 30 marzo scorso.

Fabrizio Saccomanni

Economia e finanze

Ha 70 anni ed è direttore generale della Banca d’Italia e presidente dell’Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni. Laureato in Economia e Commercio all’Università Bocconi di Milano, ha lavorato come rappresentante della Banca centrale italiana presso il Fondo Monetario, la Banca Centrale Europea, la Banca dei Regolamenti Internazionali e l’Unione Europea. È stato in corsa per fare il governatore della Banca d’Italia, e all’epoca era considerato un avversario di Giulio Tremonti (che era ministro dell’Economia).

Maurizio Lupi

Infrastrutture e trasporti

Ha 53 anni, si è laureato a Milano nel 1984 con una tesi sul giornalismo e i sistemi editoriali. Membro di Comunione e Liberazione, nei primi anni Novanta è stato assunto al settimanale cattolico “Il Sabato”, di cui ha curato marketing e promozione fino alla chiusura del giornale. Nel 1993 ha iniziato la carriera politica come consigliere comunale di Milano per la Democrazia Cristiana nella giunta di Marco Formentini. Tra la fine degli anni Novanta e i primi del Duemila è stato assessore della giunta di Gabriele Albertini, occupandosi di edilizia privata e arredo urbano. È stato eletto in Parlamento per la prima volta nel 2001 come deputato di Forza Italia, e per il partito si è principalmente occupato di territorio e lavori pubblici. È stato rieletto nel 2006 e alle elezioni del 2008, nel da poco nato Popolo della Libertà. Nella XVI legislatura ha rivestito già il ruolo di vicepresidente della Camera dei Deputati. È il padrino di battesimo di Magdi Cristiano Allam.

Nunzia De Girolamo

Politiche agricole

Ha 37 anni ed è una deputata del PdL. È laureata in giurisprudenza e avvocato. Nel 2007 è diventata coordinatrice di Forza Italia di Benevento e nel 2008 è stata eletta per la prima volta alla Camera, dove è stata nuovamente eletta nel 2013. Nel 2011 si è sposata con il parlamentare del PD Francesco Boccia. È il ministro più giovane del governo Letta.

Andrea Orlando

Ambiente

Ha 44 anni, dal 2008 è deputato per il PD. Ha iniziato a fare attività politica nel 1989, quando è diventato segretario provinciale della FGCI. Per il comune di La Spezia, è stato consigliere comunale e assessore, prima alle attività produttive e poi alla pianificazione territoriale – incarico che svolge fino al 2002. Nel 2006 è entrato a far parte della segreteria nazionale dei DS come responsabile dell’organizzazione. Nel 2006 è stato anche eletto per i DS alla Camera, riconfermato nelle successive legislature con il PD. È stato nominato portavoce del PD da Walter Veltroni nel 2008, e ha continuato a mantenere l’incarico sotto la segreteria di Franceschini. Nel luglio 2010 è diventato componente della commissione Giustizia della Camera.

Enrico Giovannini

Lavoro

Ha 56 anni ed è il presidente dell’ISTAT (Istituto Nazionale di Statistica) dal 2009. Prima ancora, dal 2001, è stato capo statistico dell’OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico). Durante il governo di Mario Monti è stato a capo della Commissione governativa incaricata di esaminare i redditi dei titolari di cariche pubbliche in sei principali stati europei, per calcolarne la media ponderata: obiettivo che non fu possibile raggiungere, disse la commissione. Era stato incluso in uno dei due “gruppi di lavoro” istituiti da Giorgio Napolitano il 30 marzo scorso.

Maria Chiara Carrozza

Istruzione

Ha 47 anni, deputata del Partito Democratico dal 2013. Si è laureata in fisica all’Università di Pisa e ha conseguito il dottorato di ricerca in ingegneria alla Scuola Superiore Sant’Anna. Ha svolto per molti anni attività di ricerca e di docenza accademica in Italia e all’estero: dal novembre del 2007 al febbraio 2013 ha ricoperto il ruolo di Rettore della Scuola Superiore Sant’Anna.

Beatrice Lorenzin

Salute

Ha 41 anni ed è deputata del PDL. Si è iscritta all’organizzazione giovanile di Forza Italia nel 1996 ed è stata coordinatrice delle giovanili del Lazio e poi di quelle nazionali fino al 2008. Nel 2001 viene eletta al consiglio comunale di Roma. Nel 2008 viene eletta alla Camera, dove è stata riconfermata con le elezioni del 2013. Sempre nel 2013 è stata inizialmente candidata alla presidenza della regione Lazio con il PdL, per poi lasciare la candidatura a Francesco Storace.

Filippo Patroni Griffi

Sottosegretario alla presidenza del Consiglio

Ha 58 anni. È stato il ministro per la Pubblica Amministrazione del governo tecnico guidato da Mario Monti nella sedicesima legislatura. Patroni Griffi è stato presidente di sezione di Consiglio di Stato e ha fatto parte, come Capo di gabinetto, nei governi di Romano Prodi e Massimo D’Alema. È stato anche Segretario generale dell’Autorità del Garante per la protezione dei dati personali.

Carlo Trigilia

Coesione territoriale

Ha 62 anni. È un sociologo e professore della Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Firenze. È stato direttore ed è membro del comitato editoriale della rivista “Stato e Mercato”, e del comitato editoriale di “Sviluppo locale”. È socio del Consiglio Italiano per le Scienze Sociali (CSS), presidente della Fondazione RES / Istituto di Ricerca su Economia e Società in Sicilia. Ha studiato lo sviluppo territoriale in Italia delle piccole imprese, soprattutto nelle regioni del sud e si è occupato del tema dello sviluppo locale e dei distretti tecnologici in Europa.

Cécile Kyenge

Integrazione

Ha 48 anni ed è un medico oculista. Nel 2009 è stata eletta consigliere comunale della provincia di Modena con il PD. È responsabile per l’Emilia Romagna delle politiche dell’immigrazione del PD. Nel febbraio 2013 è stata eletta alla Camera sempre con il PD.

Josefa Idem

Pari opportunità, sport e politiche giovanili

Ha 48 anni ed è una parlamentare del PD, eletta per la prima volta al senato nel febbraio 2013. Idem ha partecipato a 8 olimpiadi gareggiando nel kayak individuale (K1). Ha partecipato alle primarie per i parlamentari in Emilia Romagna ed è risultata la più votata nella provincia di Ravenna.

Gianpiero D’Alia

Pubblica amministrazione e semplificazione

Ha 46 anni ed è un deputato eletto alla Camera con l’UDC nel febbraio 2013 e vicepresidente del gruppo Scelta Civica per l’Italia. Sempre con l’UDC era già stato eletto alla Camera nel 2001 e nel 2006, mentre nel 2008 era stato eletto al Senato.

Massimo Bray

Beni culturali e turismo

Ha 54 anni ed è un deputato del PD eletto per la prima volta alla Camera nel febbraio 2013. È direttore editoriale dell’Enciclopedia Treccani, direttore responsabile della rivista della fondazione Italiani Europei e presidente del consiglio d’amministrazone della Notte della Taranta.

Flavio Zanonato

Sviluppo economico

Ha 63 anni ed è il sindaco di Padova. All’inizio della sua carriera politica ha militato nel partito Comunista italiano, oggi fa parte del Partito Democratico. Oltre a guidare la giunta attuale del comune di Padova, Zanonato ha governato la città per altre due legislature negli anni Novanta. Negli ultimi anni è stato al centro di complessi dibattiti riferiti alla costruzione del muro di via Anelli fatto costruire nel 2006 per ragioni di ordine pubblico.

sabato 27 aprile 2013

ECCO I MINISTRI SCELTI DA LETTA

Enrico Letta ha sciolto la riserva ed ha accettato di formare il nuovo governo. Ecco l'elenco. Al ministero dell'Interno Angelino Alfano, che è anche vicepremier. Alle Finanze Fabrizio Saccomanni. Agli Esteri Emma Bonino. Alla Difesa Mario Mauro. Alla Giustizia Annamaria Cancellieri. Agli affari europei Enzo Moavero. Affari regionali Graziano Delrio. Maurizio Lupi alle Infrastrutture. Coesione territoriale Trigilia. Rapporti con il Parlamento Dario Franceschini. Pari opportunità Iosefa Idem. Semplificazione Giampiero D'Alia. Sviluppo economico Zanonato. Politiche agricole Nunzia De Girolamo. Università e ricerca Mariachiara Carrozza. Salute Beatrice Lorenzin.

giovedì 25 aprile 2013

LA COSTITUZIONE E' NATA DOVE MORIRONO I PARTIGIANI

Oggi, 25 aprile, è la giornata della Resistenza partigiana, è la liberazione dall'Italia fascista...
Sperando che qualsiasi tipo di regime dittatoriale possa non presentarsi mai più, sia in forma esplicita, che indirettamente, vorrei ricordare le parole di Piero Calamandrei, nel Discorso ai giovani sulla Costituzione nata dalla Resistenza il 26 gennaio 1955.


L’art.34 dice: "I capaci e i meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi”. Eh! E se non hanno i mezzi? Allora nella nostra costituzione c’è un articolo che è il più importante di tutta la costituzione, il più impegnativo per noi che siamo al declinare, ma soprattutto per voi giovani che avete l’avvenire davanti a voi. Dice così:
"E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”.
E’ compito di rimuovere gli ostacoli che impediscono il pieno sviluppo della persona umana: quindi dare lavoro a tutti, dare una giusta retribuzione a tutti, dare una scuola a tutti, dare a tutti gli uomini dignità di uomo. Soltanto quando questo sarà raggiunto, si potrà veramente dire che la formula contenuta nell’art. primo- “L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro “- corrisponderà alla realtà. Perché fino a che non c’è questa possibilità per ogni uomo di lavorare e di studiare e di trarre con sicurezza dal proprio lavoro i mezzi per vivere da uomo, non solo la nostra Repubblica non si potrà chiamare fondata sul lavoro, ma non si potrà chiamare neanche democratica perché una democrazia in cui non ci sia questa uguaglianza di fatto, in cui ci sia soltanto una uguaglianza di diritto, è una democrazia puramente formale, non è una democrazia in cui tutti i cittadini veramente siano messi in grado di concorrere alla vita della società, di portare il loro miglior contributo, in cui tutte le forze spirituali di tutti i cittadini siano messe a contribuire a questo cammino, a questo progresso continuo di tutta la società.
E allora voi capite da questo che la nostra costituzione è in parte una realtà, ma soltanto in parte è una realtà. In parte è ancora un programma, un ideale, una speranza, un impegno di lavoro da compiere. Quanto lavoro avete da compiere! Quanto lavoro vi sta dinanzi!
E‘ stato detto giustamente che le costituzioni sono anche delle polemiche, che negli articoli delle costituzioni c’è sempre anche se dissimulata dalla formulazione fredda delle disposizioni, una polemica. Questa polemica, di solito è una polemica contro il passato, contro il passato recente, contro il regime caduto da cui è venuto fuori il nuovo regime.
Se voi leggete la parte della costituzione che si riferisce ai rapporti civili politici, ai diritti di libertà, voi sentirete continuamente la polemica contro quella che era la situazione prima della Repubblica, quando tutte queste libertà, che oggi sono elencate e riaffermate solennemente, erano sistematicamente disconosciute. Quindi, polemica nella parte dei diritti dell’uomo e del cittadino contro il passato.
Ma c’è una parte della nostra costituzione che è una polemica contro il presente, contro la società presente. Perché quando l’art. 3 vi dice: “ E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che impediscono il pieno sviluppo della persona umana” riconosce che questi ostacoli oggi vi sono di fatto e che bisogna rimuoverli. Dà un giudizio, la costituzione, un giudizio polemico, un giudizio negativo contro l’ordinamento sociale attuale, che bisogna modificare attraverso questo strumento di legalità, di trasformazione graduale, che la costituzione ha messo a disposizione dei cittadini italiani. Ma no è una costituzione immobile che abbia fissato un punto fermo, è una costituzione che apre le vie verso l’avvenire. Non voglio dire rivoluzionaria, perché per rivoluzione nel linguaggio comune s’intende qualche cosa che sovverte violentemente, ma è una costituzione rinnovatrice, progressiva, che mira alla trasformazione di questa società in cui può accadere che, anche quando ci sono, le libertà giuridiche e politiche siano rese inutili dalle disuguaglianze economiche, dalla impossibilità per molti cittadini di essere persone e di accorgersi che dentro di loro c’è una fiamma spirituale che se fosse sviluppata in un regime di perequazione economica, potrebbe anche essa contribuire al progresso della società. Quindi, polemica contro il presente in cui viviamo e impegno di fare quanto è in noi per trasformare questa situazione presente. Però, vedete, la costituzione non è una macchina che una volta messa in moto va avanti da sé.
La Costituzione non è una macchina che una volta messa in moto va avanti da sé. La Costituzione è un pezzo di carta, la lascio cadere e non si muove: perché si muova bisogna ogni giorno rimetterci dentro il combustibile; bisogna metterci dentro l’impegno, lo spirito, la volontà di mantenere queste promesse, la propria responsabilità. Per questo una delle offese che si fanno alla Costituzione è l’indifferenza alla politica. È un po’ una malattia dei giovani l’indifferentismo. «La politica è una brutta cosa. Che me n’importa della politica?». Quando sento fare questo discorso, mi viene sempre in mente quella vecchia storiellina che qualcheduno di voi conoscerà: di quei due emigranti, due contadini che traversano l’oceano su un piroscafo traballante. Uno di questi contadini dormiva nella stiva e l’altro stava sul ponte e si accorgeva che c’era una gran burrasca con delle onde altissime, che il piroscafo oscillava. E allora questo contadino impaurito domanda ad un marinaio: «Ma siamo in pericolo?» E questo dice: «Se continua questo mare tra mezz’ora il bastimento affonda». Allora lui corre nella stiva a svegliare il compagno. Dice: «Beppe, Beppe, Beppe, se continua questo mare il bastimento affonda». Quello dice: «Che me ne importa? Unn’è mica mio!». Questo è l’indifferentismo alla politica.
È così bello, è così comodo! è vero? è così comodo! La libertà c’è, si vive in regime di libertà. C’è altre cose da fare che interessarsi alla politica! Eh, lo so anche io, ci sono… Il mondo è così bello vero? Ci sono tante belle cose da vedere, da godere, oltre che occuparsi della politica! E la politica non è una piacevole cosa. Però la libertà è come l’aria. Ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare, quando si sente quel senso di asfissia che gli uomini della mia generazione hanno sentito per vent’anni e che io auguro a voi giovani di non sentire mai.
E vi auguro di non trovarvi mai a sentire questo senso di angoscia, in quanto vi auguro di riuscire a creare voi le condizioni perchè questo senso di angoscia non lo dobbiate provare mai, ricordandovi ogni giorno che sulla libertà bisogna vigilare, vigilare dando il proprio contributo alla vita politica…
Quindi voi giovani alla Costituzione dovete dare il vostro spirito, la vostra gioventù, farla vivere, sentirla come vostra; metterci dentro il vostro senso civico, la coscienza civica; rendersi conto (questa è una delle gioie della vita), rendersi conto che nessuno di noi nel mondo non è solo, non è solo che siamo in più, che siamo parte, parte di un tutto, un tutto nei limiti dell’Italia e del mondo. Ora io ho poco altro da dirvi. In questa Costituzione c’è dentro tutta la nostra storia, tutto il nostro passato, tutti i nostri dolori, le nostre sciagure, le nostre gioie. Sono tutti sfociati qui in questi articoli; e, a sapere intendere, dietro questi articoli ci si sentono delle voci lontane…
E quando io leggo nell’art. 2: «l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica, sociale»; o quando leggo nell’art. 11: «L’Italia ripudia le guerre come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli», la patria italiana in mezzo alle altre patrie… ma questo è Mazzini! questa è la voce di Mazzini!
O quando io leggo nell’art. 8:«Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge», ma questo è Cavour!
O quando io leggo nell’art. 5: «La Repubbllica una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali», ma questo è Cattaneo!
O quando nell’art. 52 io leggo a proposito delle forze armate: «l’ordinamento delle forze armate si informa allo spirito democratico della Repubblica», esercito di popoli, ma questo è Garibaldi!
E quando leggo nell’art. 27: «Non è ammessa la pena di morte», ma questo è Beccaria! Grandi voci lontane, grandi nomi lontani…
Ma ci sono anche umili nomi, voci recenti! Quanto sangue, quanto dolore per arrivare a questa costituzione! Dietro ogni articolo di questa Costituzione, o giovani, voi dovete vedere giovani come voi caduti combattendo, fucilati, impiccati, torturati, morti di fame nei campi di concentramento, morti in Russia, morti in Africa, morti per le strade di Milano, per le strade di Firenze, cha hanno dato la vita perché libertà e la giustizia potessero essere scritte su questa cartra. Quindi, quando vi ho detto che questa è una carta morta, no, non è una carta morta, è un testamento, è un testamenteo di centomila morti.
Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove fuorno impiccati. Dovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì o giovani, col pensiero, perché li è nata la nostra Costituzione.
P. Calamandrei, Discorso agli studenti milanesi



martedì 23 aprile 2013

DIREZIONE PD LIVE: qualche intervento riassunto

Ecco alcuni interventi della direzione che di sta svolgendo in questo momento. (Quelli più recenti sono i primi che trovate)

Il clima non è male, speriamo si produca qualcosa è non sia la solita terapia di gruppo!!

La direzione pd approva l'odg con mandato per consultazioni a capigruppo e a vicesegretario con 7 contrari e 14 astenuti

Gentiloni. Il documento che votiamo dice: sì o no alla nascita di un governo del Presidente.

Gentiloni: la vicenda dell'elezione del PDR non è stato frutto di un impazzimento, è frutto della sconfitta elettorale.

Ranieri: nessuna strategia nell'elezione del PdR. Critica diretta a Bersani.

Ranieri: nessuna strategia nell'elezione del PdR. Critica diretta a Bersani.

Ranieri: nessuna strategia nell'elezione del PdR.

Ranieri dice che M5S è un movimento populista e che abbiamo concesso troppo alla demagogia dei grillini.

Bindi spiega che Letta rappresenterebbe un vincolo politico troppo elevato per un governo col pdl.

Bindi: gli inaffidabili non siamo noi. Come si fa un governo con il pdl? C'è uno spazio per avere un governo di scopo?

Bindi: non ho timore a rimettermi nelle mani del presidente, ma ho timore a non esercitare la nostra responsabilità.

Bindi: non ho timore a rimettermi nelle mani del presidente, ma ho timore a non esercitare la nostra responsabilità.

Serracchiani: Vogliamo un Pd trasparente che ci dica cosa vuole fare e dove vuole portarci

Seracchiani: se possiamo decidere, ditelo. Se invece non possiamo influire sulle decisioni di Napolitano, pure ditelo.

Seracchiani dice cose scomode, l'assemblea rumoreggia, la Bindi dice: sarà meglio che lei l'ascoltiamo.

Serracchiani: perché abbiamo fatto due direzioni dicendo no al governissimo e poi si propone Marini.

Finocchiaro: Se il governo con M5S non c'era o si andava alle elezioni o al governo con chi ci stava (cit. Renzi?)

Franceschini: al momento della fiducia, però, non possiamo essere metà al governo e metà all'opposizione.

Franceschini: dove sta scritto che chi non concorda com ciò che decideremo oggi deve lasciare il partito?

Franceschini: mai avrei pensato che mi chiamassero buffone o traditore non per aver rubato, ma per aver votato Napolitano.

Franceschini: non abbiamo votato Rodotà perchè un presidente lo sceglie il parlamento o il suffragio universale. Non la piazza

Dario Franceschini ricorda a tutti che non abbiamo vinto le elezioni e che il terzo polo non è il centro, è Grillo.

LA SPERANZA DI UN PRESIDENTE ECCEZIONALE

Come tutti sappiamo è stato rieletto Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che per la prima volta nella storia della Repubblica viene eletto per un secondo mandato.
Ieri ha giurato sulla Costituzione pronunciando la formula "Giuro di essere fedele alla Repubblica e di osservarne lealmente la Costituzione". La cerimonia di insediamento del Presidente inizia con la campana del Palazzo della Camera dei Deputati che rintocca fino all'arrivo del Presidente della Repubblica alla Camera stessa. Dopo di che, come da tradizione, 21 colpi di cannone saluteranno il neo-presidente, poi, dopo il giuramento, il presidente pronuncia il discorso di insediamento dinanzi al Parlamento riunito in seduta comune con l'aggiunta dei delegati regionali. 
E proprio quest'ultima parte è stata quella più forte e profonda perché il Presidente «ha detto quello che doveva dire, con un discorso di una efficacia eccezionale» 

Si un discorso eccezionale, di un Presidente eccezionale, che ha anche sacrificato la sua vita privata per il bene del nostro Paese, per il bene della Costituzione, e anche solo con questo discorso ha permesso alla politica di ritrovare un po' di dignità e di speranza


Ecco qui alcuni tratti del discorso del nostro Presidente Napolitano:


« È un segno di rinnovata fiducia che raccolgo comprendendone il senso, anche se sottopone a seria prova le mie forze: e apprezzo in modo particolare che mi sia venuto da tante e tanti nuovi eletti in Parlamento, che appartengono a una generazione così distante, e non solo anagraficamente, dalla mia.

 »


«È emerso da tali incontri, nella mattinata di sabato, un drammatico allarme per il rischio ormai incombente di un avvitarsi del Parlamento in seduta comune nell’inconcludenza, nella impotenza ad adempiere al supremo compito costituzionale dell’elezione del Capo dello Stato. Di qui l’appello che ho ritenuto di non poter declinare – per quanto potesse costarmi l’accoglierlo – mosso da un senso antico e radicato di identificazione con le sorti del paese. »


«Bisognava dunque offrire, al paese e al mondo, una testimonianza di consapevolezza e di coesione nazionale, di vitalità istituzionale, di volontà di dare risposte ai nostri problemi: passando di qui una ritrovata fiducia in noi stessi e una rinnovata apertura di fiducia internazionale verso l’Italia.
 È a questa prova che non mi sono sottratto.»


«Negli ultimi anni, a esigenze fondate e domande pressanti di riforma delle istituzioni e di rinnovamento della politica e dei partiti non si sono date soluzioni soddisfacenti: hanno finito per prevalere contrapposizioni, lentezze, esitazioni circa le scelte da compiere, calcoli di convenienza, tatticismi e strumentalismi. Ecco che cosa ha condannato alla sterilità o ad esiti minimalistici i confronti tra le forze politiche e i dibattiti in Parlamento.»


«Ma ho il dovere di essere franco: se mi troverò di nuovo dinanzi a sordità come quelle contro cui ho cozzato nel passato, non esiterò a trarne le conseguenze dinanzi al paese.  »


«Vorrei solo formulare, a commento, due osservazioni. La prima riguarda la necessità che al perseguimento di obbiettivi essenziali di riforma dei canali di partecipazione democratica e dei partiti politici, e di riforma delle istituzioni rappresentative, dei rapporti tra Parlamento e governo, tra Stato e Regioni, si associ una forte attenzione per il rafforzamento e rinnovamento degli organi e dei poteri dello Stato.»


«Sentendo voi tutti – onorevoli deputati e senatori – di far parte dell’istituzione parlamentare non come esponenti di una fazione ma come depositari della volontà popolare. C’è da lavorare concretamente, con pazienza e spirito costruttivo, spendendo e acquisendo competenze, innanzitutto nelle Commissioni di Camera e Senato.»


«Qualunque prospettiva si sia presentata agli elettori, o qualunque patto – se si preferisce questa espressione – si sia stretto con i propri elettori, non si possono non fare i conti con i risultati complessivi delle elezioni. Essi indicano tassativamente la necessità di intese tra forze diverse per far nascere e per far vivere un governo oggi in Italia, non trascurando, su un altro piano, la esigenza di intese più ampie, e cioè anche tra maggioranza e opposizione, per dare soluzioni condivise a problemi di comune responsabilità istituzionale.»


«Quel tanto di correttivo e innovativo che si riusciva a fare nel senso della riduzione dei costi della politica, della trasparenza e della moralità nella vita pubblica è stato dunque facilmente ignorato o svalutato: e l’insoddisfazione e la protesta verso la politica, i partiti, il Parlamento, sono state con facilità (ma anche con molta leggerezza) alimentate e ingigantite da campagne di opinione demolitorie, da rappresentazioni unilaterali e indiscriminate in senso distruttivo del mondo dei politici, delle organizzazioni e delle istituzioni in cui essi si muovono.»


«La seconda osservazione riguarda il valore delle proposte ampiamente sviluppate nel documento da me già citato, per “affrontare la recessione e cogliere le opportunità” che ci si presentano, per “influire sulle prossime opzioni dell’Unione europea”, “per creare e sostenere il lavoro”, “per potenziare l’istruzione e il capitale umano, per favorire la ricerca, l’innovazione e la crescita delle imprese”»


«Non possiamo restare indifferenti dinanzi a costruttori di impresa e lavoratori che giungono a gesti disperati, a giovani che si perdono, a donne che vivono come inaccettabile la loro emarginazione o subalternità.

Volere il cambiamento, ciascuno interpretando a suo modo i consensi espressi dagli elettori, dice poco e non porta lontano se non ci si misura su problemi come quelli che ho citato e che sono stati di recente puntualizzati in modo obbiettivo, in modo non partigiano.»


«Ma non c’è partecipazione realmente democratica, rappresentativa ed efficace alla formazione delle decisioni pubbliche senza il tramite di partiti capaci di rinnovarsi o di movimenti politici organizzati, tutti comunque da vincolare all’imperativo costituzionale del “metodo democratico”.
»



«Mi accingo al mio secondo mandato, senza illusioni e tanto meno pretese di amplificazione “salvifica” delle mie funzioni; eserciterò piuttosto con accresciuto senso del limite, oltre che con immutata imparzialità, quelle che la Costituzione mi attribuisce. E lo farò fino a quando la situazione del paese e delle istituzioni me lo suggerirà e comunque le forze me lo consentiranno. Inizia oggi per me questo non previsto ulteriore impegno pubblico in una fase di vita già molto avanzata; inizia per voi un lungo cammino da percorrere, con passione, con rigore, con umiltà.

Non vi mancherà il mio incitamento e il mio augurio.

 Viva il Parlamento! Viva la Repubblica! Viva l’Italia!»

Presidente della Rebubblica, Giorgio Napolitano

lunedì 22 aprile 2013

ANCORA UN'ANALISI PUNTUALE DI RENZI, leggiamola in buona fede


Riporto qui i tratti più importanti dell'intervista rilasciata da Renzi, che non ha bisogno di commenti. Renzi ha capito, come spesso ha già fatto, il periodo che stiamo vivendo, e si rende disponibile per il proprio partito, è uno dei pochi, forse l'unico, che ci può dare speranza.

«Cambiare il Partito Democratico per cambiare l’Italia».

Vuole un partito rinnovato, capace dì interpretare il Paese e che non si paralizzi nella difesa delle «sue correnti».

«Ecco come voglio rifondare il Pd, un anno di governo e poi al voto”
Basta inseguire Grillo, dettiamo noi agenda. E apre al presidenzialsmo»

«Guardi, io sono rimasto sgomento e disgustato per gli insulti ai parlamentari da parte dei grillini. Io difendo Franceschini e Fassina. »

«La riforma Fornero è un papocchio, non ha agevolato alcunché».

«Io voglio qualcosa che crei più occupati, che consenta ai giovani di trovare lavoro e di non essere sballotati tra stage e apprendistato. Su questo si può coinvolgere tutto il partito».

«Io dico: taglio netto non ai costi ma ai posti della politica. Via il finanziamento pubblico dei partiti. Trasparenza nelle spese dei partiti e della Pubblica amministrazione. Io non voglio darla vinta ai grillini. Sugli "open data" siamo più bravi noi. La trasparenza non è lo streaming, non è il Grande fratello, non è la morbosità ma è rendicontare le spese. È sapere cosa ci fa Grillo in Costa Rica».

 «Tutti sanno che io sono per andare a votare subito, ma è evidente che dopo la conferma di Napolitano al Quirinale le urne sono improbabili.»

«E comunque dimostriamoci leader e non follower. Non si può essere terrorizzati da un tweet. Al primo cinguettio c'è qualcuno che se la fa addosso. Io voglio che i democratici diano la linea al web e non viceversa. I nostri militanti, quelli che si sacrificano, i volontari non vogliono che i loro leader siano impauriti. Non vogliono un partito succube. »

«La mia ambizione è cambiare l’Italia e cambiare un partito che riflette sul suo ombelico»

«Ora non voglio aprire un dibattito su di me, non sono in cerca di una seggiola. Io in questo partito ci sono e ci resterò con Fassina e con Orfini»

«Il partito vuole vincere con una linea diversa? Io ci sono. Vuole proteggere solo la sua classe dirigente? Non ci sono. Vuole cambiare l'Italia? Allora cambiamo il partito per cambiare l'Italia e io ci sono. Rifondiamolo con un riformismo che scalda i cuori, con un'anima. Dobbiamo essere capaci di esprimere un nuovo racconto»

«Noi siamo il Partito Democratico di Obama, di Hollande, di Clinton. Siamo il partito democratico che vince le elezioni»

«Io ho difeso Prodi a spada tratta. Non ho avuto paura del web. Il killeraggio nei suoi confronti è venuto da parte degli expopolari e degli ex Ds.»


sabato 20 aprile 2013

ALTRA RIFLESSIONE DI RENZI..

"Seguo con preoccupazione ciò che sta accadendo a Roma, sperando che il voto dei grandi elettori dia al Paese un Presidente della Repubblica autorevole. Nel post precedente vi ho detto la mia su ciò che è accaduto ieri riguardo alla mancata elezione di Prodi. Trovo inevitabile e saggio che Bersani abbia annunciato le sue dimissioni e spero che il mio partito possa subito uscire dalla delicata crisi che stiamo attraversando dal dopo elezioni: nel mio piccolo farò di tutto per dare una mano al Pd e al Paese. Nel frattempo continuo il mio lavoro in Palazzo Vecchio. Come sapete non sono un grande elettore e dunque trovo corretto mantenere gli impegni da Sindaco. "
Matteo Renzi

venerdì 19 aprile 2013

TRADIMENTO, MA UNA PICCOLA SPERANZA RIMANE

101 sono i traditori che hanno voltato le spalle dopo aver detto in assemblea che avrebbero votato Prodi.
Adesso fuori i nomi di questi 101, ripeto, TRADITORI!

Non è possibile che ci siano 15 grandi elettori che abbiano votato D'Alema, non è possibile! Voi 101 non avete capito nulla.
Certo però la responsabilità è anche di qualche elettore che non ha saputo cogliere l'ondata di cambiamento che qualcuno aveva provato a dare. Peccato. Ma gli stessi che non l'hanno colta chiedono le dimissioni del candidato premier che avevano votato alle primarie. L'hai votato? Si, ecco adesso te ne assumi tutte le responsabilità.

Però quello che è successo oggi è peggio di aver perso le elezioni, perchè c'è stato un atto di tradimento nei confronti del Partito, degli elettori e dei cittadini che vi hanno dato fiducia. Il "povero" Bersani si è dimostrato ancora una volta incapace di gestire queste situazioni (occorre riconoscergli che lui la candidatura di Prodi l'aveva sottoposta a tutti i grandi elettori del Pd che si erano espressi tutti favorevolmente, all'unanimità,per poi tradire al buio) , anche se i veri protagonisti sono questi 101 TRADITORI.

Fortunatamente in questi momenti bui e tristi leggere qualche frase come questa (la leggete tra poco)  mi permette di non mollare e continuare impegnarmi per cambiare la politica, e soprattutto il vecchio metodo che alcune persone vogliono portare avanti, ma che è un fallimento così come chi lo porta avanti.

"ARRIVA IL MOMENTO IN CUI IL CORAGGIO DEVE ESSERE PIU' FORTE DELLA COMODITA' E LA SPERANZA DEVE PRENDERE IL POSTO DELLA RASSEGNAZIONE"
MATTEO RENZI

giovedì 18 aprile 2013

UN INCIUCIO CHE GLI ELETTORI NON VOGLIONO

Non per fare il polemico, ma tutti quelli che davano a Renzi del fascistoide, del berlusconiano, dell'uomo che avrebbe fatto l'accordo con Berlusconi, dell'infiltrato della destra nel Pd, adesso fanno di tutto per l'inciucio con Berlusconi, ascoltando e votando il candidato per la Presidenza della Repubblica del Pdl e non i propri iscritti, se non addirittura i propri elettori. Si è voluto proporre un'alternativa a Berlusconi, morto politicamente un anno fa, e anzichè andare avanti con la nostra linea lo facciamo risuscitare?!

No così non va bene! Parliamoci chiaro e non prendiamoci in giro, perchè stiamo solo perdendo credibilità, non solo nei confronti dell'elettorato di centro-sinistra, ma anche tra gli iscritti e i militanti stessi. Non è possibile rinnovare la politica votando Marini, che, ripeto, candidato che fa comodo al Pdl tanto da preferirlo e imporlo a Bersani che ha dimostrato di non saper gestire e di non essere interprete di ciò che chiede il suo Partito, con tutto il rispetto per la singola persona. Il problema, mi spiace dirlo, sono le persone che gli girano attorno, e girano attorno a Bersani. Non lo dico solo io, ma lo hanno costatato anche i nuovi parlamentari del Pd quando sono andati per la prima volta giù a Roma, per esempio.
Basta con i vecchi metodi e i vecchi stili, non serve una persona per forza giovane o per forza donna: serve una persona che sappia rappresentare il nostro paese, ma che sopratutto possa ridare speranza e dignità a quella bellissima cosa che è la politica, se vissuta bene.

Speriamo che i nostri rappresentanti ascoltino quello che pensa e che vuole la gente, senza rinchiudersi nelle quattro mura della sede di Roma per fare terapia di gruppo.

Per esempio possono ascoltare e prendere in considerazione la riflessione del segretario del Partito democratico di Monza Alessandro Mitola. Cliccando qui puoi leggerla.

martedì 16 aprile 2013

Siamo tutti bostoniani per un paio di giorni...

"On days like this there are no Republicans or Democrats—we are Americans, united in concern for our fellow citizens." —President Obama
Così il presidente dell'America commenta il disastroso attentato alla Maratona di Boston che tutti noi abbiamo visto, letto e sentito... 

Le due bombe sono state fatte esplodere nell'ultimo chilometro della maratona, quello dedicato alle vittime della strage di Newton, l'ultima in ordine di tempo all'interno di una scuola Usa. Già questo fa riflettere molto...

Inoltre si aggiungono i morti, soprattutto di quel bambino che è andato li, vicino al traguardo per vedere il proprio padre arrivare alla fine della maratona, per tagliare il traguardo di una faticosa corsa, che ha portato, però, solamente la morte di suo figlio. 
Vedere le immagini, i video delle esplosioni, del post-esplosione sono davvero strazianti e paurosi perchè emerge lo sconcerto e il timore di quegli americani che non sapevano più dove andare, cosa pensare. Speravano solamente che lì, vicino alla bomba esplosa, non c'era nessuno, che tutte le persone limitrofe all'esplosione fossero riuscite a raggiungere il traguardo che le avrebbe permesso di rimanere in vita, però purtroppo non è stato così... 

Ognuno di noi può fare le considerazioni che preferisce, questa è l'America, piena di pazzi e di follia... Staremo a vedere se la polizia americana riuscirà a scoprire chi è l'artefice di questo tragico attentato.

Siamo tutti bostoniani per un paio di giorni perchè questi avvenimenti coinvolgono anche noi, dato che poteva esserci ciascuno di noi su quel traguardo... 

Clicca qui per vedere il video della prima esplosione!

domenica 7 aprile 2013

"CHIEDITI COSA TU PUOI FARE PER IL TUO PAESE"

Dopo una giornata passata all'insegna del senso civico e della partecipazione per la nostra città, durante le Pulizie di primavera è necessario fare alcune considerazioni.

Innanzitutto un ringraziamento all'amministrazione comunale di Monza che ha creato l'iniziativa delle Pulizie di primavera, permettendo a 1300 cittadini di pulire, addobbare e rendere più belle alcune zone della nostra città.

Però purtroppo qualcuno, che neanche ha avuto il coraggio di rimboccarsi le maniche, ha la faccia tosta di lamentarsi, fortunatamente non criticando il lavoro fatto dai volontari, ma la mancata organizzazione da parte dell'amministrazione per pulire la città.
Pulendo alcune zone abbiamo trovato di tutto e di più, dagli spazzolini alle valigie, dai materassi ai cofani delle auto, da bottiglie di vetro a batterie delle automobili, e questo ci permette di dire che prima di pensare al lavoro dell'amministrazione proviamo a pensare a tutti quegli incivili e maleducati che fanno della strada una vera e propria discarica, diventando irrispettosi nei confronti dell'ambiente e degli altri cittadini. E proprio da queste situazioni che molti cittadini si sono mobilitati per sistemare questo degrado, causato dai cittadini, non dall'amministrazione.

Come diceva J.F. Kennedy:

"NON CHIEDERTI COSA IL TUO PAESE PUO' FARE PER TE, CHIEDITI COSA TU PUOI FARE PER IL TUO PAESE"

mercoledì 27 marzo 2013

Due righe sulla consultazione in streaming

Prima consultazione in diretta streaming, buona l'idea, ottima trasparenza. Durante questa consultazione tra Bersani e i rappresentanti del Movimento 5 stelle si è notato un grande Bersani, aperto al dialogo, al confronto, al senso di responsabilità che, sottolinea più di una volta, coinvolge anche il Movimento e un buon Crimi, decisamente più intelligente della Lombardi!
La capogruppo alla Camera crede di essere a Ballarò, spiega, a Bersani, che per 20 anni è stato tutto uguale, che delle 3 forze più rappresentate "2 hanno messo in campo discorsi poco attuati! Bersani ovviamente risponde che non bisogna fare di tutta un'erba un fascio e risponde anche all'osservazione di Crimi che non vogliono dare la fiducia in bianco, che la fiducia la si da, ma anche la si toglie, oppure si può non dare consentendo lo stesso la formazione del governo.

Crimi mi stupisce dicendo che sui provvedimenti che Bersani ha proposto il Movimento darà sostegno pieno: ma buon Crimi se sa la fiducia non si possono attuare!!!

Si è capito che la fiducia non è scontata, ovviamente, ma che anche la "non-fiducia"!

Staremo a vedere, speriamo...

sabato 23 marzo 2013

BERLINO-ROMA: DUE DIFFERENZE CHE CAMBIANO LE COSE

Qua sotto riporto due peculiarità di notevole importanza tra la Germania e l'Italia, certo ce ne sono molte altre, sia in favore della nostra penisola che del popolo tedesco, però queste sono quelle che mi hanno particolarmente colpito.
La differenza tra il parlamento italiano e quello tedesco si nota subito dalla struttura in cui si trovano! Infatti quello tedesco non ha le pareti in muratura, come quello italiano, ma di vetro e perfino gli uffici dei parlamentari sono di vetro in modo tale che il popolo possa controllare l'operato dei propri politici. I governatori sono sotto controllo del popolo, come dovrebbe essere in Italia, anche se purtroppo non è ancora così.

Un'altra differenza sostanziale è che l'appartamento che spetta al Cancelliere tedesco durante il mandato di governo appartiene al popolo, allo stato e quindi se la Merkel volesse usarlo dovrebbe pagare l'affitto al popolo, però la Cancelliera essendo già di Berlino non vi ci abita.
Fortunatamente anche in Italia si stanno facendo passi in avanti: infatti i due presidenti delle Camere stanno rinunciando a tanti privilegi, arrivando a ridursi lo stipendio del 50%.

Speriamo che il popolo italiano possa, prima, tornare a controllare i propri governatori, poi non avere più bisogno di controllarli, anche se proprio ieri il neo-capogruppo del Pdl Renato Brunetta ha già fatto mega spese, alla faccia della trasparenza e della riduzione dei costi della politica.



domenica 17 marzo 2013

Osservazioni sull'elezione dei presidenti

Dopo due giorni di votazioni, finalmente conosciamo i due presidenti di Camera e Senato. Non mi soffermo troppo sulle due ottime persone che sono state elette, ma vorrei fare alcune osservazioni su avvenimenti accaduti ieri.

Il primo riguarda un gesto compiuto da un senatore del PDL, Schifani, che correva anche lui per la presidenza del Senato! Infatti alla fine della votazione, quando è stato proclamato Grasso come nuovo Presidente, Schifani si è subito complimentato con lui, stringendogli la mano. Questa è la dimostrazione che quando il vassallo non c'è, i valvassori e i valvassini si comportano come persone intelligenti, vedendo l'avversario non come un nemico da combattere, ma come una persona con cui dialogare e confrontarsi in maniera costruttiva.

Un secondo fatto che ha suscitato un po' di perplessità è la decisione che hanno preso i senatori della Lista Monti, votando scheda bianca, e di conseguenza hanno espresso la loro totale indifferenza tra Schifani e Grasso. Adesso va bene tutto ma, dato che ci sono alcuni ex-PD in questa lista, non vedere nessuna differenza tra uno che ha combattuto la mafia e uno che l'ha assecondata mi sembra eccessivo.

In ultimo le decisioni dei grillini che hanno portato a una spaccatura al loro interno! Innanzitutto parlano di trasparenza, ma la applicano un po' male perché hanno deciso di fare le loro riunioni in streaming su internet, ma appena ci sono dei problemi o delle piccole discussioni oscurano tutto. Quindi o le si aprono sempre oppure non le devono far vedere mai, non solo quando gli fa comodo!
La spaccatura interna si è notata quando alcuni dei senatori del Movimento 5 stelle hanno deciso di fare un atto di responsabilità pensando al futuro del nostro paese votando Grasso, abbassando, così, un muro che avevano alzato rifiutando a prescindere qualunque proposta.

Speriamo che questo parlamento riesca almeno a formulare e votare una legge elettorale degna di essere chiamata tale!

venerdì 15 marzo 2013

POVERTÀ E UMILTÀ FIN DA SUBITO

Attraverso questa foto si capisce la svolta epocale che il nuovo Pontefice sta mettendo in atto fin dai suoi primi gesti. Pagarsi l'hotel dove ha pernottato durante il conclave, prassi che neanche un direttore d'azienda compie perché incarica la sua segretaria, indossare il crocifisso in legno, quello che usava da Cardinale e non quello d'oro "da Papa", continuare a indossare le scarpe nere e non mettere quelle rosse, non indossare il "mantello" rosso, viaggiare insieme agli altri cardinali con il pulmino e non con l'auto riservata, sono tutte azioni che vengono percepite come scandalose quando invece non dovrebbe essere così. Questa dovrebbe essere la normalità, preoccupante dovrebbe essere il contrario. Purtroppo per un po' di tempo non è stato così ma meno male che con questo nuovo Papa si è già sentita un'aria di rinnovamento, di cambiamento. Un'aria di POVERTÀ e di UMILTÀ.. Certo queste sono piccole azioni, piccoli gesti che fungono da esempio per il popolo cattolico e non solo.
Un papà quello che predica lo deve mettere in pratica prima lui, poi può pretendere che anche i suoi figli lo mettano in pratica, altrimenti se non lo facesse perderebbe di credibilità.