martedì 8 ottobre 2013

QUANDO LA MORTE NON CONTA PERCHE' NON "FA NOTIZIA"

Una riflessione su quanto accaduto a Lampedusa, di Cristiana Alicata (qui qualche info ) .

QUANDO LA MORTE NON CONTA PERCHE' NON "FA NOTIZIA"


"Sto pensando al perché questi 300 morti somali ed eritrei ed etiopi non fanno lo stesso effetto di 300 morti italiani o francesi o tedeschi (non lo fanno credetemi: ora fate l’esercizio di contare per quanto tempo questa notizia resterà in prima pagina, se reggerà fino a domani sera).
Sapete perché? Perché non ci sono  parenti da invitare in tv, interviste da fare al parroco del Paese, alla maestra di scuola, al vicino di casa, alla moglie vedova, al padre distrutto. Non fanno spettacolo se non fosse per essere allineati per mezza giornata sulla banchina di un piccolo porto del mediterraneo che dovrebbe essere porto d’Europa e invece è il porto di una piccola comunità di mare solo per caso italiana. Solo mezzagiornata, prima della putrefazione.
Non è una morte televisiva, non c’è alcun racconto da ricostruire in plastica in prima serata.
Per quei pochi che conoscono cosa passa un eritreo in Eritrea e cosa attraversa prima di arrivare al mare e cosa accade all’imbarco e cosa accade in mare e cosa accade in vista sulla costa, non c’è reality show che possa competere con un’avventura così, di cui noi vediamo solo l’ultimo istante. Io l’ho sentito l’odore di quel viaggio, è un odore che non ha niente a che vedere con la sporcizia, sa solo di piscio e terrore e adrenalina.
Vediamo solo l’ultimo istante: l’arrivo. Vivi o morti. Spesso morti. Spesso vivi e da rispedire a casa dopo tutto quel viaggio. E’ che non lo vediamo. E se non lo vediamo non esiste. E basta, 300 morti eritrei non valgono 300 morti televisivi."

domenica 1 settembre 2013

TU, CHE DICI DI NON ESSERE RAZZISTA

Tu, che dici di non essere razzista...
Tu, che se hai un malore ti fai curare anche da un medico nero...
Tu, che sali su un autobus guidato da un autista nero...
Tu, che parli una lingua multietnica, con parole arabe, latine, francesi e inglesi, e non lo sai...
Tu, che esulti per un goal di Balotelli o El Shaarawy...
Tu, che non sai che ormai il cognome del sciur Brambilla è stato superato dal cognome Zhou...
Tu, che compri dai Vu' cumprà sulla spiaggia...
Tu, che assumi come donna delle pulizie o badante una extracomunitaria...
Tu, che hai paura che ti rubino il lavoro, ma spesso fanno lavori che tu nemmeno ti sogni di fare...
Tu, che hai avuto nonni o bis-nonni immigrati in America...
Tu, che non conosci M. L. King e N. Mandela...
Tu, che giudichi per il colore della pelle e non per la personalità...
Tu, che non sai che un giorno tuo figlio andrà a studiare/lavorare in un altro paese...
Tu, che fai di tutta un'erba un fascio...
Tu, che vuoi il crocifisso a scuola, ma non sai neanche che significato ha e cosa rappresenta...
Tu, che ascolti musica di cantanti di colore...
Tu, che mangi il kebab e non sai che è un piatto medio-orientale...

Tu, sappi che come diceva W. Faulkner (Premio nobel per la Letteratura nel 1949) "Vivere nel mondo di oggi ed essere contro l'uguaglianza per motivi di razza o di colore è come vivere in Alaska ed essere contro la neve."  



sabato 10 agosto 2013

PIAZZALE LORETO, 10 agosto

Il 10 agosto 1944 vennero uccisi 15 partigiani dai nazisti in risposta, si dice, a un attentato a un camion nazista avvenuto l'8 agosto in cui non morì alcuno.
I morti, uccisi in piazzale Loreto a Milano, rimasero esposti per un'intera giornata, sotto il sole, ricoperti di mosche...
Della guerra, soprattutto di questa seconda, non dobbiamo ricordare solo gli eventi più importanti, ma anche queste singole fucilazioni di persone che sono morte per la loro e per la nostra libertà.
E noi adesso sappiamo cos'è la libertà? Siamo liberi? Combattiamo per essere liberi?
Qualcuno diceva: "Meglio morire combattendo per la libertà, che vivere da schiavi". Ecco forse ricordando quei 15 partigiano dovremmo fare nostra questa frase, che non per forza deve portarci a morire, ma almeno a combattere!!

venerdì 2 agosto 2013

RICORDANDO IL 2 AGOSTO 1980

Oltre a parlare di quel condannato oggi dovremmo tutti noi italiani, e non solo, ricordare una delle stragi terroristiche più importanti del nostro Paese: lo scoppio di un ordigno alle 10.25 del 2 agosto 1980 presso la stazione di Bologna.
L'esplosione causò la morte di 85 persone ed il ferimento di oltre 200 persone.

Questo disastro segnò l'affermarsi del terrorismo nero, che insieme anche a quello rosso, hanno creato terrore e paura nel nostro Paese, destabilizzando la società, chi con rapimenti e uccisioni di singoli, chi con uccisioni di massa. 

Proprio in questo anniversario dobbiamo ricordare quegli anni, quelle stragi, ma soprattutto dobbiamo ricordare il coraggio di cittadini comuni, magistrati, giornalisti, giudici e politici, rimasti vittime, che nonostante il clima di terrore hanno continuato a lavorare per il proprio paese. 


martedì 9 luglio 2013

I have a dream: MATTEO DEBORA E PIPPO

Dopo un po' di stop causa maturità torno a scrivere qui, riportando un articolo sul futuro del Pd preso da questo sito

"I have a dream. 
Che Matteo, Pippo e Debora mettano da parte le loro rivalità e uniscano le loro intelligenze e la loro passione per rifondare il Partito Democratico. Perché il momento è giunto. Perché noi democratici liberi ce lo aspettiamo. Perché le vecchi mummie continueranno ad inciuciare ed inventarsi trucchetti finché non li cacceremo, con la forza delle nostre idee, dal nostro partito. "
Agatino Grillo, elettore Pd di Roma.

martedì 14 maggio 2013

IL RINNOVAMENTO DELLA POLITICA INIZIA DAI GIOVANI

Parlare di politica in questo periodo storico, in questo momento è abbastanza difficile per chi non ha ben chiaro il significato del termine. Politica non è un lavoro, non è una comodità, non è un arricchimento con i soldi degli altri; politica, per come la vedo e la vivo io, è servizio, è bene comune, è gratuità e umiltà. Politica è l'arte di conseguire decisioni in pubblico, trasparenti, per il bene della comunità e non del singolo, che poi diventano condizione necessaria per una convivenza civile.
Purtroppo, però, non sempre viene vissuta in questo modo, anzi fin troppo spesso manca anche di rinnovamento a tal punto che il fulcro di essa è la gerontocrazia. Questo non vuol dire che tutti i "vecchi" non devono più impegnarsi in politica e che bisogna dare spazio solamente ai giovani, assolutamente, sarebbe sbagliatissimo.
Il rinnovamento si attua con un parallelo e una collaborazione tra la saggezza e l'esperienza dei più anziani, e le nuove idee, le criticità e l'entusiasmo dei più giovani. I giovani sono la nuova legna che permette al fuoco di continuare a ardere, insieme a quella che già brucia. 
Come spiega Papa Giovanni Paolo II, i giovani contestano e criticano spesso i valori tradizionali, non a priori, ma per "mettere alla prova nella propria vita e rendere quei valori più vivi, attuali e personali."
Il fine ultimo di queste disamine è quello di creare un "mutamento delle strutture politiche ed un rispettoso distacco". Queste parole sembrano attuali, ma invece risalgono a quarantaquattro anni fa e furono pronunciate da Aldo Moro in un congresso nazionale della DC.
Questo denota quanto sia sempre stato un punto fondamentale il rinnovamento, ma troppo spesso questa richiesta è rimasta nelle parole e non è entrata nei fatti. 
I giovani, però, non sono solo un mezzo, ma devono essere anche un fine, cioè le istituzioni, i politici devono cercare di dare apporto "alle grandi masse di giovani" per superare le difficoltà in cui si dibattono. Questo era uno degli obiettivi che si prefiggeva il leader del PCI Togliatti, per esempio.
Tutto questo non vuol dire che i giovani sono l'unico problema, ma sicuramente sono una delle migliori risorse che deve essere sfruttata.
Sia la richiesta di innovazione che le politiche per i giovani sono accompagnati da una richiesta di partecipazione, che tralasci il passato, e si proietti con convinzione verso il futuro, come sottolineava sempre Moro.
Questa partecipazione deve essere attiva e collettiva, ma soprattutto ciascun giovane deve portare il suo contributo per il rinnovamento e non solo, giusto o sbagliato che sia, perché come diceva Don Milani "Cosa serve avere le mani pulite se si tengono in tasca".

lunedì 13 maggio 2013

QUANTO RAZZISMO...

Quanto razzismo, quanti razzisti, quanto odio per chi è di un altro paese. 
Qui da noi, in Italia, ci sono tantissime persone che hanno paura, che disprezzano chi non è italiano, e la dimostrazione sono le reazioni al gesto, gravissimo, compiuto da quell'uomo che ha aggredito 7 persone, ammazzandone una, a Milano. Quest'uomo va condannato, non perché di colore, non perché ghanese, non perché africano, ma perché ha ammazzato, perché è un folle, perché non ha rispettato la legge
Che tristezza le parole di Salvini, esponente politico, che commenta così: " I clandestini della Kyenge ammazzano la gente a picconate. Chi dice che il reato di clandestinità non esiste spinge alla violenza". Come se non ci fossero italiani che ammazzano, come se gli unici criminali fossero gli stranieri: non è che se un italiano ruba, tutti gli italiani sono dei ladri, se un africano ammazza, tutti gli africani sono assassini, non facciamo sempre di tutta un'erba un fascio!
Quando qualcuno disprezza uno straniero, provi a pensare se venisse lui insultato, disprezzato, isolato in un altro paese, provi a fare lui i lavori che molti stranieri fanno nel nostro paese, per esempio...
Qualcuno dice: "sono loro(gli stranieri) che rovinano il nostro paese", ma chi rovina il nostro paese sono quelle persone che rubano, indipendentemente dalla nazionalità, sono gli evasori che non pagano le tasse, sono quei dipendenti pubblici che anziché lavorare, vanno a fare la spesa, sono quei finti ciechi che prendono la pensione di invalidità (ci sarebbero molti altri esempi, ma mi fermo qua), come se tutte queste persone fossero solo stranieri:  di certo l'integrazione, l'ampliamento di una comunità, la condivisione di culture e tradizioni diverse non rovinano un bel niente.