E' grave che dopo 68 anni, dopo tutte le testimonianze che abbiamo ascoltato, visto e sentito (e purtroppo più passano gli anni più diventano sempre di meno coloro che possono raccontare la loro esperienza nei campi di sterminio) ci siano ancora ragazzi, uomini e donne che insultano gli ebrei, prendono le distanze da questi fatti, li disconoscono: insomma non provano un minimo di compassione e tristezza per i milioni e milioni di uomini e donne proprio come noi. Si COME NOI! Perchè è inutile dire "No, loro non sono come me!" oppure "Loro sono ebrei, io no" oppure ancora "Non provare a paragonarmi a loro perchè non sono zingaro". Certo non dobbiamo paragonarci, però invece proviamo a immedesimarci in tutte queste persone, nei familiari dei deportati e degli uccisi, proviamo a immedesimarci in queste parole di Primo Levi, che tra poco troverete, perchè prima di essere ebrei, zingari o omosessuali, sono PERSONE, PROPRIO COME ME, COME TE, COME TUTTI NOI.
Un ultimo pensiero va alle S.S., a coloro che hanno contribuito alla creazione dei campi di concentramento, che picchiavano i deportati quando tornavano a coricarsi dopo una giornata di lavoro nel lagher, che accendevano il pulsante per far uscire il gas dalle docce, che immergevano un bambino o un anziano nell'acido, che sparavano a un uomo perché aveva una stella gialla sul petto, perché sono sicuro che non tutti iniziavano a farlo con convinzione, ma si facevano trasportare dalla massa, dalla via più facile, credendo che in questo modo non avrebbero avuto nessun problema, diventando convinti delle proprie azioni (questa non è una giustificazione, assolutamente, non fraintendetemi), affinchè la storia possa insegnarci che seguendo la massa, non differenziandoci mai, non intraprendendo la strada più difficile e tortuosa spesso possiamo contribuire alla creazione di disastri che nemmeno immaginiamo.Voi che vivete sicuriNelle vostre tiepide case,Voi che trovate tornando a seraIl cibo caldo e visi amici:Considerate se questo è un uomoChe lavora nel fangoChe non conosce paceChe lotta per un pezzo di paneChe muore per un si o per un no.Considerate se questa è una donna,Senza capelli e senza nomeSenza più forza di ricordareVuoti gli occhi e freddo il gremboCome una rana d'inverno.Meditate che questo è stato:Vi comando queste parole.Scolpitele nel vostro cuoreStando in casa andando per via,Coricandovi alzandovi;Ripetetele ai vostri figli.O vi si sfaccia la casa,La malattia vi impedisca,I vostri nati torcano il viso da voi.da PensieriParole <http://www.pensieriparole.it/poesie/poesie-d-autore/poesia-35920?f=a:1495>
MEDITIAMO GENTE, MEDITIAMO...
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